RACCONTI D’INFANZIA
pt.1
Quand’ero bambino, vi parlo dei tempi delle elementari, come
tutti i bambini ho attraversato varie fasi.
Una di queste riguardava quello che avrei voluto fare da
grande. Un giorno, a scuola, stavamo studiando il medioevo con la maestra
Elena, la maestra più temuta dall’intera classe. Quando entrava lei, tutti noi
che un secondo prima stavamo facendo la guerra mondiale, lanciandoci di tutto,
tra cancellini sporchi di gesso a borsellini pieni di matite colorate che nel
loro tragitto aereo ,dato che il portamatite era aperto, uscivano fuori provocando una pioggia color arcobaleno di
matite colorate miste a temperamatite e gomme da cancellare, non poche volte,
si vedevano volare anche cestini della spazzatura o zaini. Quest’ultimi molto
volentieri schizzavano fuori dalla finestra che era un piacere.
Però, appena entrava in classe la maestra Elena; tutti
eravamo in rigore silenzio, non una parola usciva dalle nostre bocche se non:
BUONGIORNO, MAESTRA! In coro, manco
fossimo l’antoniano dello zecchino d’oro.
Come dicevo prima, in queste lezioni di storia sul medioevo,
che mi affascinava e tutt’ora continua ad affascinarmi; tra castelli,
cavalieri, giullari,re e regine , insomma tra tutte queste figure una in
particolare,che raramente viene presa in considerazione,a me aveva colpito : il
CANTASTORIE.
(che non è il giullare di corte, sia chiaro! eh,no!)
Il cantastorie era quello che andava in giro di paese in
paese a raccontare miti e leggende mischiate a imprese vere di cavalieri che
uccidevano draghi, di principesse in pericolo, di vittorie di guerre ottenute
all’ultimo respiro. Pensai che fosse davvero bello raccontare storie e far
divertire grandi e piccini usando solo l’immaginazione e inventando mischiando
la realtà.
Questa fase durò un bel po’ di tempo, almeno fino a quando
trovai un altro lavoro che credevo fosse interessante e affascinante, ma questa
è un'altra storia.
Nonostante siano passati ormai parecchi anni da quando ero
quel bambino spensierato e un po’ stupidotto che voleva fare il cantastorie,mi
accorgo che oggi in qualche modo è quello che sto provando a diventare.
Chi scrive e disegna fumetti , è un po’ un cantastorie. Tutti
e due raccontano storie, che siano d’avventura o romantiche o di qualsiasi
altro genere, tutti e due raccontano delle gesta dei loro protagonisti esaltandoli
facendoli diventare dei miti. Uno raccontava facendo usare l’immaginazione alle
persone, l’altro racconta anche attraverso le immagini. Credo siano molto
simili.
Nonostante tutti questi anni, alla fine senza quasi
rendermene conto, sto ancora cercando di diventare un cantastorie e non solo un
fumettista.