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sabato 15 luglio 2017
venerdì 14 luglio 2017
giovedì 13 luglio 2017
Vincitori "Tutti Pazzi per il Fumetto 2017 "
Sembrava una giornata normale e alquanto piatta, senza
novità né cose che potevano cogliere la mia attenzione. Poi nel pomeriggio
mentre sono a controllare la posta sul mio PC ecco che mi ritrovo davanti una
mail direttamente dalla scuola internazionale di comics di Torino! Stupore!
Gaudio!
Insomma; la apro e con mia grande sorpresa: SONO UNO DEI
VINCITORI DEL CONCORSO TUTTI PAZZI PER IL FUMETTO 2017! Oh my God!
Naturalmente avevo partecipato al concorso che si era
concluso a giugno, con la vana speranza di poter quantomeno essere in grado di
gareggiare con tutte quelle centinaia di persone che avevano inviato la loro
storia.. ma a quanto pare, le mie preghiere sono state ascoltate dal dio del
disegno facendomi addirittura vincere!
Adesso voglio accennarvi qualcosa riguardante la storia che
sarà pubblicata sul volume del concorso che sarà anche disponibile da comprare.
Il tema del concorso imponeva di disegnare una storia che
trattasse temi quali le disabilità fisiche o mentali, che siano parziali o no.
Per questo ho deciso di trattare un tema di cui negli ultimi
anni si parla molto, cioè l’ autismo.
Non vi nascondo che non è stato molto facile.
Ho dovuto fare molte ricerche sull’argomento per capire cosa prova una persona autistica,
quali difficoltà si trova a dover superare non solo durante la vita, ma durante
OGNI SINGOLO GIORNO
DELLA PROPRIA VITA.
Però questo mi ha permesso di conoscere un mondo che prima
non ignoravo completamente, ma comunque ne conoscevo solo una percentuale
minima, che adesso non è arrivata al 100% , ma comunque è cresciuta un pochino.
Partendo da queste ricerche ho provato ad immaginarmi come
potesse vivere un ragazzino affetto da autismo; ed è qui che è nato MIRKO,
ovvero il protagonista della mia storia.
Ho provato a raccontare quello che Mirko provasse attraverso
l’espediente della bolla ,come potete vedere da quest’immagine presa da una
delle tavole.
Nella mia idea la bolla doveva rappresentare come una sorta
di barriera che non permetteva a Mirko di farsi comprendere, ma anche la
barriera che gli altri non riuscivano a infrangere per poter comunicare con il
protagonista, e ancora il mezzo con cui Mirko doveva fare i conti per poter
fasi accettare. Quindi posso dire che la bolla ha un ruolo fondamentale.
Pian piano la situazione va migliorando ma ho preferito non
concludere la storia con un vero e proprio lieto fine perché volevo far capire
al lettore che il percorso che Mirko aveva cominciato per migliorare le sue
capacità fosse ancora lungo e non esente da difficoltà.
Credo che tutte queste idee siano arrivate nel modo giusto ai giudici del concorso, e quindi non
posso far altro che essere contento di questo perché vuol dire che il lavoro
fatto con questa storia è stato svolto nel modo giusto.
Parlando dei disegni, quindi dal lato artistico, bé diciamo
che non mi sono potuto esprimere al meglio ma non per mia colpa o chissà che … è
che praticamente avevo poco più di 3 giorni per consegnare la storia quindi per
una questione di tempo ho deciso di privilegiare la sceneggiatura e non il
disegno …questo devo ammettere che in fondo un po’ mi dispiace perché avrebbe
dato sicuramente più valore alla storia
stessa.. comunque con quel poco tempo credo di aver fatto quello che ho
potuto..
Concludendo, spero davvero che tanti di voi abbiate voglia e possiate leggere questa breve storia e sicuramente fra qualche mese potrò pubblicarla anche sulla mia pagina face
book in modo integrale.
Voglio ringraziare tutte quelle persone che mi danno
supporto giorno dopo giorno e soprattutto quelle persone che mi dicono di
lasciar perdere perché mi danno la convinzione di dover andare avanti su questa
strada perché qualcosa di buono in fondo, forse molto in fondo, c’è.
Cosimo.
lunedì 10 luglio 2017
L'uomo in Frac
L’UOMO IN FRAC.
Voglio raccontarvi una storia. Una storia intrisa di
magia. Parla di un uomo. Un signore distinto di corporatura robusta, con un
grande naso a punta e lunghe basette. Proveniva da una famiglia molto ricca e
per questo molto conosciuta nel piccolo paesino dove l’uomo viveva. Non usciva
spesso dalla sua casa, ma quelle pochissime volte che lo si poteva incontrare
per le strade del paesino, era sempre ben vestito, indossava un frac nero,
elegantissimo, sulla testa aveva un lungo cilindro nero con la fascia rossa;
anch’esso di un eleganza sopraffina. Sulle mani dei guanti bianchi e si
accompagnava passo dopo passo ad un bastone da passeggio con l’impugnatura in
oro zecchino. Su tutto quel nero così elegante, una cosa però spiccava: un
piccolo fiore giallo canarino che fuoriusciva dal taschino sul petto della
giacca; e denotava il suo buon cuore.
Nonostante questo, però, l’uomo in frac era malvisto
da tutti gli abitanti di quel piccolo paese in cui viveva. Non se ne capisce
bene il motivo, pare abbia a che fare con qualcosa successa con un suo antenato
molti anni prima. Ma si sa, nei piccoli paesini come questo, le voci, verità o
bugie che siano, corrono molto in fretta..
Data la scarsa reputazione che aveva, l' uomo in
frac, amava fare le sue passeggiate la sera sul tardi, quando la gente dormiva
e per le strade non c’era più nessuno; tranne quell’enorme cerchio splendente
che lo osservava dall’alto in silenzio, tenendogli compagnia, la luna.
-
È molto rilassante passeggiare al chiaro
di luna!- diceva tra sé.
Ma in realtà dietro quelle parole, si
nascondeva la solitudine data dall’essere malvisto, nonostante non avesse mai
fatto del male a nessuno.
Una fredda notte di
pieno inverno, mentre ritornava verso casa dalla solita passeggiata, che per
qualche motivo era stata più lunga del solito; alzando il naso all’aria l’uomo
in frac pensò:
-
Questa sera nell’aria si avverte un
qualcosa di magico!-
E dopo aver girato
l’ultimo angolo che dava su di un vicolo stretto e buio, che rappresentava una
scorciatoia per arriivare alla sua villetta; s’imbattè in una strana luce.
-
Questa è la cosa più strana che io abbia
mai visto!- esclamò.
Avvicinandosi pian
pianino, si accorse che quella luce proveniva da una piccola sfera luminosa
bluastra che fluttuava nell’aria.
-
Cosa saresti tu?- chiese di getto l’uomo
in frac.
-
Io sono ciò che tu vuoi che io sia.-
rispose la piccola luce.
Una risposta alquanto
strana pensò l’uomo dal vestito elegante, ma non si fermò a pensarci molto e
continuò:
-
Cosa ci fai qui da sola, in questo vicolo
così buio?- chiese un po’ stupefatto.
-
La verità è che mi sono persa! Stavo
seguendo le mie sorelle e ad un tratto mi sono distratta e non le ho più viste,
così mi sono ritrovata in questo posto nero come la pece; e per darmi un po’ di
coraggio ho iniziato a risplendere più che potevo, sperando che le mie sorelle
mi vedessero… fino a quando non mi hai trovata.
-
Allora, stai aspettando le tue sorelle?-
-
Già, ma per questo inverno non credo
passeranno più da queste parti; dovrò aspettare il prossimo inverno!-
Allora l’uomo in frac,
essendo di buon cuore e sentendosi triste nel vedere quella piccola sfera
luminosa così abbattuta per essersi separata dalle sue sorelle senza pensarci
due volte, le disse:
-
Sai, io abito in una casa molto grande e
vuota, non viene mai nessuno a farmi visita. Se ti va, potremmo aspettare
insieme il ritorno delle tue sorelle. –
Sorpresa, la piccola
luce ribatté:
-
E tu, faresti questo per me? Non hai
paura di me?-
-
Bé, a dire il vero sono rimasto sorpreso
perché non credevo esistessero esseri come te, ma non sembri cattiva…-
Così i due si
incamminarono lungo quella strada buia e stretta fino a raggiungere l’ingresso
di un asplendida villetta in stile ottocentesco, con un enorme giardino
tutt’intorno.
Al riparo in quella
villetta passarono, così, le stagioni. L’uomo in frac aveva gran cura di quel
piccolo esserino bluastro, cercando di aiutarlo in qualunque modo. E lo stesso
fece la piccola luce, che tirava su di morale l’uomo, quando quest’ultimo era
giù per via delle maldicenze della
gente.
-
Perché sei triste?- chiese la luce.
-
Sai, non viene mai nessuno a trovarmi in
questa enorme casa…- confessò l’uomo.
-
Come mai? Sei una persona a modo e tanto gentile, da accogliere un esserino come
me senza pensarci due volte !-
-
Bé, in realtà in questo piccolo paese
non sono ben voluto…-
-
E perché non vai via?- riprese la
piccola luce – Ci sono tanti posti dove potresti essere ben voluto!-
Allora l’uomo sedendosi
su di una poltrona molto raffinata con un largo sorriso disse alla piccola luce
bluastra:
-
Qui è dove sono nato, sono cresciuto,
qui ho le mie radici e nonostante tutto a me piace starci!-
-
Ho capito, sei davvero una brava persona
uomo in frac!-
Così passorono ancora una volta i giorni, le
settimane, i mesi, passorono le stagioni e finalmente fu di nuovo inverno.
Una sera molto fredda, proprio come quella in cui
l’uomo in frac trovò, per caso, quella piccola luce fluttuante; si videro nel
cielo, iniziare a passare come tante lucciole alte nel firmamento, tanti
piccoli puntini luminosi come la piccola luce dell’uomo in frac.
-
Le mie sorelle! Sono tornate!- gridò di
gioia la piccola luce.
-
Bé, a quanto pare è ora di salutarci! –
disse con un malinconico sorriso l’uomo in frac, mentre affacciandosi, vedeva
dalla finestra le sorelle della piccola sfera fluttuante avvicinarsi.
-
Già, è vero.. è ora che io mi
ricongiunga alle mie sorelle e riprenda il mio viaggio. Ti ringrazio tanto per
avermi tenuta con te fino a questo momento; non lo scorderò!- disse la luce – E
per dimostrarti la mia gratitudine voglio farti un dono! – continuò.
-
Ma io non l’ho fatto per avere quancola
in cambio, piccola luce! - disse l’uomo
in frac.
-
Ne sono certa! – gli rispose la piccola
luce – Se potessi, vorrei donarti la felicità, ma non ne sono in grado.. però
posso farti un dono ancora più grande! –
Così mentre le sorelle di quella piccola sfera
fluttuante, battevano alla finestra contente di aver ritrovato la loro
sorellina tanta attesa; l’uomo in frac veniva avvolto da una strana polvere
magica luminescente.
-
Ecco fatto! Adesso devo proprio andare,
forse un giorno ci rivedremo! – disse la luce mentre piano si allontanava verso
il cielo.
-
Lo spero, davvero.. – concluse l’uomo in
frac.
Così, aggregandosi alle altre, quella piccola sfera
luminosa che aveva tenuto compagnia per quasi un anno al solitario uomo in frac
allietando le sue giornate con racconti dei suoi viaggi intorno al mondo, sparì
nel cielo nero della notte, insieme alle sue tanto amate sorelle.
Passoro molti giorni da quel momento; ma un giorno
in pieno mattino l’uomo in frac, dopo molti anni, sentì suonare il campanello
della sua villetta.
-
DLIN DLON! –
-
Eh?! Il campanello? – si domandò
sorpreso.
Andò di corsa verso la
porta per scoprire chi mai dopo tanti anni di silenzio, aveva deciso di
interromperlo, bussando finalmente a quell’enorme porta…
Finalmente la aprì e..
No. Non era la piccola
luce. Vi siete sbagliati.. o forse no..forse avete ragione; siate voi a
deciderlo alla fine di questa storia.
Era una fanciulla. La
più bella fanciulla che l’uomo ricordasse di aver visto e che gli rivolgesse la
parola, naturalmente.
-
Salve, sono la nuova vicina, ho appena
traslocato nella villetta qui a fianco. Posso chiederle di mostrarmi un po’ il
posto? Gliene sarei davvero grata, uomo in frac. Sa non conosco nessuno e
allora… -
L’uomo in frac non
attese un attimo : - Certo, la accompagno volentieri! Cè una pasticceria niente
male alla fine della via, sa? –
E così nacque una bella
amicizia che con l’andare del tempo … bé, si sa come vanno a finire queste
cose, no?... comunque, quella è un’ altra storia.
L’uomo in frac, grazie
a quella fancilla improvvisamente capitata nella sua vita, riuscì con il tempo
a lasciar passare quella sensazione di solitudine e anche la gente di quel
piccolo paesino, vedendo quella ragazza così allegra vicino a quell’ uomo
elegante, inizò a ricredersi su quell’uomo vestito in frac.
Vi state chiedendo quale sia il dono della piccola luce?
Perdonatemi, quasi dimenticavo.
La piccola luce avrebbe
voluto donare all’ uomo la felicità, ma non essendo in grado di fare ciò, gli
donò qualcosa di più grande: la POSSIBILITA’ di essere felice.
FINE
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