lunedì 10 luglio 2017

L'uomo in Frac




L’UOMO IN FRAC.

Voglio raccontarvi una storia. Una storia intrisa di magia. Parla di un uomo. Un signore distinto di corporatura robusta, con un grande naso a punta e lunghe basette. Proveniva da una famiglia molto ricca e per questo molto conosciuta nel piccolo paesino dove l’uomo viveva. Non usciva spesso dalla sua casa, ma quelle pochissime volte che lo si poteva incontrare per le strade del paesino, era sempre ben vestito, indossava un frac nero, elegantissimo, sulla testa aveva un lungo cilindro nero con la fascia rossa; anch’esso di un eleganza sopraffina. Sulle mani dei guanti bianchi e si accompagnava passo dopo passo ad un bastone da passeggio con l’impugnatura in oro zecchino. Su tutto quel nero così elegante, una cosa però spiccava: un piccolo fiore giallo canarino che fuoriusciva dal taschino sul petto della giacca; e denotava il suo buon cuore.
Nonostante questo, però, l’uomo in frac era malvisto da tutti gli abitanti di quel piccolo paese in cui viveva. Non se ne capisce bene il motivo, pare abbia a che fare con qualcosa successa con un suo antenato molti anni prima. Ma si sa, nei piccoli paesini come questo, le voci, verità o bugie che siano, corrono molto in fretta..
Data la scarsa reputazione che aveva, l' uomo in frac, amava fare le sue passeggiate la sera sul tardi, quando la gente dormiva e per le strade non c’era più nessuno; tranne quell’enorme cerchio splendente che lo osservava dall’alto in silenzio, tenendogli compagnia, la luna. 
-         È molto rilassante passeggiare al chiaro di luna!- diceva tra sé.
 Ma in realtà dietro quelle parole, si nascondeva la solitudine data dall’essere malvisto, nonostante non avesse mai fatto del male a nessuno.
Una fredda notte di pieno inverno, mentre ritornava verso casa dalla solita passeggiata, che per qualche motivo era stata più lunga del solito; alzando il naso all’aria l’uomo in frac  pensò:
-         Questa sera nell’aria si avverte un qualcosa di magico!-
E dopo aver girato l’ultimo angolo che dava su di un vicolo stretto e buio, che rappresentava una scorciatoia per arriivare alla sua villetta; s’imbattè in una strana luce.
-         Questa è la cosa più strana che io abbia mai visto!- esclamò.
Avvicinandosi pian pianino, si accorse che quella luce proveniva da una piccola sfera luminosa bluastra che fluttuava nell’aria.
-         Cosa saresti tu?- chiese di getto l’uomo in frac.
-         Io sono ciò che tu vuoi che io sia.- rispose la piccola luce.
Una risposta alquanto strana pensò l’uomo dal vestito elegante, ma non si fermò a pensarci molto e continuò:
-         Cosa ci fai qui da sola, in questo vicolo così buio?- chiese un po’ stupefatto.
-         La verità è che mi sono persa! Stavo seguendo le mie sorelle e ad un tratto mi sono distratta e non le ho più viste, così mi sono ritrovata in questo posto nero come la pece; e per darmi un po’ di coraggio ho iniziato a risplendere più che potevo, sperando che le mie sorelle mi vedessero… fino a quando non mi hai trovata.
-         Allora, stai aspettando le tue sorelle?-
-         Già, ma per questo inverno non credo passeranno più da queste parti; dovrò aspettare il prossimo inverno!-
Allora l’uomo in frac, essendo di buon cuore e sentendosi triste nel vedere quella piccola sfera luminosa così abbattuta per essersi separata dalle sue sorelle senza pensarci due volte, le disse:
-         Sai, io abito in una casa molto grande e vuota, non viene mai nessuno a farmi visita. Se ti va, potremmo aspettare insieme il ritorno delle tue sorelle. –
Sorpresa, la piccola luce ribatté:
-         E tu, faresti questo per me? Non hai paura di me?-
-         Bé, a dire il vero sono rimasto sorpreso perché non credevo esistessero esseri come te, ma non sembri cattiva…-
Così i due si incamminarono lungo quella strada buia e stretta fino a raggiungere l’ingresso di un asplendida villetta in stile ottocentesco, con un enorme giardino tutt’intorno.
Al riparo in quella villetta passarono, così, le stagioni. L’uomo in frac aveva gran cura di quel piccolo esserino bluastro, cercando di aiutarlo in qualunque modo. E lo stesso fece la piccola luce, che tirava su di morale l’uomo, quando quest’ultimo era giù  per via delle maldicenze della gente.
-         Perché sei triste?- chiese la luce.
-         Sai, non viene mai nessuno a trovarmi in questa enorme casa…- confessò l’uomo.
-         Come mai? Sei una persona a modo e  tanto gentile, da accogliere un esserino come me senza pensarci due volte !-
-         Bé, in realtà in questo piccolo paese non sono ben voluto…-
-         E perché non vai via?- riprese la piccola luce – Ci sono tanti posti dove potresti essere ben voluto!-
Allora l’uomo sedendosi su di una poltrona molto raffinata con un largo sorriso disse alla piccola luce bluastra:
-         Qui è dove sono nato, sono cresciuto, qui ho le mie radici e nonostante tutto a me piace starci!-
-         Ho capito, sei davvero una brava persona uomo in frac!-
Così passorono ancora una volta i giorni, le settimane, i mesi, passorono le stagioni e finalmente fu di nuovo inverno.
Una sera molto fredda, proprio come quella in cui l’uomo in frac trovò, per caso, quella piccola luce fluttuante; si videro nel cielo, iniziare a passare come tante lucciole alte nel firmamento, tanti piccoli puntini luminosi come la piccola luce dell’uomo in frac.
-         Le mie sorelle! Sono tornate!- gridò di gioia la piccola luce.
-         Bé, a quanto pare è ora di salutarci! – disse con un malinconico sorriso l’uomo in frac, mentre affacciandosi, vedeva dalla finestra le sorelle della piccola sfera fluttuante avvicinarsi.
-         Già, è vero.. è ora che io mi ricongiunga alle mie sorelle e riprenda il mio viaggio. Ti ringrazio tanto per avermi tenuta con te fino a questo momento; non lo scorderò!- disse la luce – E per dimostrarti la mia gratitudine voglio farti un dono! – continuò.
-         Ma io non l’ho fatto per avere quancola in cambio, piccola luce! -  disse l’uomo in frac.
-         Ne sono certa! – gli rispose la piccola luce – Se potessi, vorrei donarti la felicità, ma non ne sono in grado.. però posso farti un dono ancora più grande! –
Così mentre le sorelle di quella piccola sfera fluttuante, battevano alla finestra contente di aver ritrovato la loro sorellina tanta attesa; l’uomo in frac veniva avvolto da una strana polvere magica luminescente.
-         Ecco fatto! Adesso devo proprio andare, forse un giorno ci rivedremo! – disse la luce mentre piano si allontanava verso il cielo.
-         Lo spero, davvero.. – concluse l’uomo in frac.
Così, aggregandosi alle altre, quella piccola sfera luminosa che aveva tenuto compagnia per quasi un anno al solitario uomo in frac allietando le sue giornate con racconti dei suoi viaggi intorno al mondo, sparì nel cielo nero della notte, insieme alle sue tanto amate sorelle.
Passoro molti giorni da quel momento; ma un giorno in pieno mattino l’uomo in frac, dopo molti anni, sentì suonare il campanello della sua villetta.
-         DLIN DLON! –
-         Eh?! Il campanello? – si domandò sorpreso.
Andò di corsa verso la porta per scoprire chi mai dopo tanti anni di silenzio, aveva deciso di interromperlo, bussando finalmente a quell’enorme porta… 
Finalmente la aprì e..
No. Non era la piccola luce. Vi siete sbagliati.. o forse no..forse avete ragione; siate voi a deciderlo alla fine di questa storia.
Era una fanciulla. La più bella fanciulla che l’uomo ricordasse di aver visto e che gli rivolgesse la parola, naturalmente.
-         Salve, sono la nuova vicina, ho appena traslocato nella villetta qui a fianco. Posso chiederle di mostrarmi un po’ il posto? Gliene sarei davvero grata, uomo in frac. Sa non conosco nessuno e allora… -
L’uomo in frac non attese un attimo : - Certo, la accompagno volentieri! Cè una pasticceria niente male alla fine della via, sa? –
E così nacque una bella amicizia che con l’andare del tempo … bé, si sa come vanno a finire queste cose, no?... comunque, quella è un’ altra storia.
L’uomo in frac, grazie a quella fancilla improvvisamente capitata nella sua vita, riuscì con il tempo a lasciar passare quella sensazione di solitudine e anche la gente di quel piccolo paesino, vedendo quella ragazza così allegra vicino a quell’ uomo elegante, inizò a ricredersi su quell’uomo vestito in frac.
Vi state chiedendo  quale sia il dono della piccola luce? Perdonatemi, quasi dimenticavo.
La piccola luce avrebbe voluto donare all’ uomo la felicità, ma non essendo in grado di fare ciò, gli donò qualcosa di più grande: la POSSIBILITA’ di essere felice.

                                                                                                                            

  FINE 

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